Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere: una recensione terrestre

gli uomini vengono da Marte le donne da Venere

Tanto tempo fa, i marziani e le venusiane si incontrarono, si innamorarono e vissero felici insieme perché si rispettavano e accettavano le loro differenze. Poi arrivarono sulla Terra e furono colti da amnesia: si dimenticarono di provenire da pianeti diversi.
Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere


Indice

Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere: quarta di copertina

Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere (titolo originale Men Are From Mars, Women Are From Venus) è un saggio definito dai più come libro di auto-aiuto edito da Rizzoli (qui per acquistarlo) e uscito nel 1992 dalla penna di John Gray.

La sua missione è quella di esplorare la diade primordiale all’origine del tempo – l’uomo e la donna – con l’intento di esaltarne le differenze e trovare un modo per favorire una comunicazione senza conflitti. Il libro è suddiviso in 13 capitoli (300 pagine circa): il primo fa da cappello introduttivo tracciando il percorso che seguirà durante la trattazione, gli altri affrontano uno dopo l’altro i problemi di incompatibilità comunicativa tipici della quotidianità di coppia.

Semplici stereotipi o realtà quotidiana? Il commento

Ci sono libri che invecchiano come il buon Chianti ed altri che, con il tempo, si trasformano in aceto imbevibile. Con quasi 30 anni di vita, Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere è invecchiato come un pezzo di toma lasciato per un mese sotto il sole di agosto: molto male.

Cerchiamo di lasciare da parte l’astio accumulato nei confronti di questo testo (letto per l’occasione in lingua originale) per fare spazio a una disamina quanto più oggettiva possibile.

Scrittura comica? No.

Partiamo quindi con il duplice intento di questo saggio: da un lato si vuole proporre come libro di auto-aiuto, dall’altro tenta di affrontare la psicologia di coppia in maniera irriverente. Mi vorrei soffermare proprio sul secondo punto.

Sono tantissimi i comici italiani che hanno portato in scena spettacoli sull’onda di questo libro – uno su tutti Paolo Migone e il suo celebre monologo – questo, forse, ha creato in me un’aspettativa sbagliata. Mi aspettavo di ridere, non a crepapelle sia chiaro, ma quantomeno di sorridere. E invece no. Ma proprio no. Ma neanche per sbaglio eh. Ma neanche una contrazione involontaria dei muscoli facciali, per dire. Nulla.

Quando il contenuto è valido, però, possiamo anche passare sopra alla forma con cui è espresso (anche se la mia vena di grammarnazi e content marketer non è molto d’accordo). E qui, iniziano le note realmente dolenti.

Un testo dal genoma XY

Il saggio è stato palesemente scritto per due tipologie di target: le donne e gli uomini disperati (tipo quelli che si affidano ai love coach o cose del genere). Questo si traduce in un testo fondamentalmente maschilista: ogni problema, sia maschile sia femminile, viene risolto con un cambio di atteggiamento da parte della donna. Vi porto un paio di esempi per spiegare meglio quello che intendo.

Poniamo questa situazione: donna torna a casa da lavoro dopo una giornataccia e ha bisogno di sfogarsi. Trova a casa sul divano il proprio marito che guarda la tv. Alla domanda: “Tesoro hai 5 minuti di tempo da dedicarmi?” l’uomo si risente perché, cito, sta facendo le sue cose e non vuole essere disturbato. Che soluzione viene posta a questo problema? Semplice, la donna deve accogliere il bisogno di suo marito di avere dello spazio per sé, del suo problema parleranno quando lui avrà finito di guardare la tv o svolgere l’attività in corso.

Altro esempio? La metafora dell’elastico. Secondo John Gray, l’uomo si comporta come un elastico: ha bisogno di allontanarsi e ritirarsi nella sua caverna per avere un po’ di spazio per sé, per poi poter tornare a velocità incredibile dalla propria compagna. In tutto questo tempo c’è una povera donna che sta cercando di capire perché il proprio compagno si stia allontanando da lei e cerca un dialogo. SBAGLIATO! Parlare dei problemi in corso non rientra tra le strategie di Gray: la donna deve portare pazienza e lasciare l’uomo per i fatti suoi a trovare una soluzione in autonomia.

In questa prospettiva, non esiste una coppia. Non si capisce perché questi due alieni stiano insieme dal momento che sono solamente una rottura l’uno per l’altra. I problemi vengono risolti autonomamente: dall’uomo nella sua caverna o in compagnia di amici intimi; dalla donna facendo shopping con le amiche mentre il marito guarda la tv o legge il giornale.

Questo saggio pone una scissione totale tra i sentimenti e le emozioni vissute dai due generi, come se le parti non si potessero fondere e confondere. I due antipodi vengono dipinti secondo i loro stereotipi più bassi e beceri: XY forti e testosteronici, XX deboli e bisognose di affetto.

Se l’ha scritto è perché qualcuno gliel’ha chiesto…

Tralasciando questo deformato ritratto eccessivamente generalista, rimane da riflettere su un ultimo punto: se un saggio di questo tipo è diventato bestseller, significa che abbiamo dei problemi seri.

L’alta richiesta di questo libro e il fatto che ancora nel XXI secolo le persone trovino validi consigli come “Aiuta la tua lei a lavare i piatti” o “Quando lei ti parla dei suoi problemi non guardare l’orologio” o ancora “Quando lei parla fai dei segnali come mhmh, oh, ah” è assolutamente sconvolgente. Tutti questi comportamenti dovrebbero essere considerati buonsenso, capacità di relazionarsi con il prossimo (indipendentemente dall’identità di genere) e rispetto.

Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere è un libro che suona più vecchio dei manuali anni 50 sulla brava padrona di casa, viscido e divisorio; non fa altro che dare adito al falso mito della donna dipendente e in preda a perenni crisi emotive e dell’uomo che rutta e si imbambola davanti alla televisione con un quoziente intellettivo di un’ameba.

Un libro da evitare e dimenticare.

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L’autore: John Gray

John Gray è un simpatico terapista di coppia statunitense classe 1951. Dopo essersi laureato per via telematica in psicologia in un’università non riconosciuta dagli Stati Uniti e quindi chiusa, ha deciso di dedicarsi alle sue grandi passioni: insegnare psicologia e scrivere libri.

Oltre all’ormai noto bestseller da 6 milioni di copie – Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere – John Gray ha scritto molti altri libri sulla stessa scia: ovvero rendere la psicologia una materia più facilmente digeribile e quasi di intrattenimento. Di seguito qualche titolo:

Una cosa è certa, da bambino John Gray avrebbe decisamente voluto fare l’astronauta!

Cólto in Castagna: la mia copertina

Per questo saggio sono andata sul semplice, quasi didascalico. Il tema è lo spazio, gli alieni rappresentano i due generi di cui si narra nel libro. Hanno uno sguardo sognante… Forse non si sono ancora resi conto del fatto che secondo John Gray si dovrebbero odiare!


Frasi e citazioni da Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere

Quando una donna ama un uomo si sente in dovere di assisterlo nel processo di crescita e di aiutarlo a migliorare. Fonda quindi un Comitato per il miglioramento della casa e il compagno diventa il suo obiettivo principale. Incurante dei tentativi di lui di tenerle testa, persevera nella sua opera… sempre in attesa di un’opportunità per aiutarlo o per dirgli cosa fare.


Due marziani vanno a colazione insieme per discutere un progetto o una questione di lavoro; hanno un problema da risolvere. Inoltre, per loro il ristorante costituisce un approccio efficace al cibo: li dispensa dal fare la spesa, dal cucinare o dal lavare i piatti.


Le donne parlano dei problemi passati, dei problemi futuri, dei problemi potenziali, perfino dei problemi per cui non esiste soluzione. Più parlano ed esplorano, meglio si sentono. Pretendere reazioni diverse da una donna significherebbe negare la sua natura più autentica.

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Pubblicato da Giulia Castagna

Giulia, content manager e writer, lettrice dall'età dei primi dada e baba.