Memorie di una Geisha: l’Oriente scritto per l’Occidente

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As a young girl I believed my life would never have been a struggle if Mr.Tanaka hadn’t torn me away from my tipsy house. But now I know that our world is no more permanent than a wave rising on the ocean. Whatever our struggles and triumphs, however we may suffer them, all too soon they bleed into a wash, just like watery ink on paper.
Memorie di una geisha

Memorie di una geisha (titolo originale Memoirs of a Geisha) è un romanzo scritto da Arthur Golden. Uscito per la prima volta nel 1997, lo leggiamo dal 1998 nella traduzione di Donatella Cerutti Pini nelle edizioni Tea e Longanesi.

Indice

Memorie di una geisha: la trama

La storia inizia a New York: una donna ormai anziana inizia a raccontare la sua storia, la strada che l’ha portata ad essere una geisha. Si parte dall’infanzia: Chiyo, questo il nome della protagonista, vive più o meno felicemente con i suoi genitori e la sorella Satsu a Yoroido (un villaggio di pescatori).

Chiyo non è una bambina come le altre: ha infatti un paio di occhi grigi molto rari all’interno della popolazione giapponese ed è forse questa la ragione per cui viene adocchiata dal signor Tanaka Ichiro, padrone della Compagnia Ittica della città.

La famiglia di Chiyo riversa in condizioni decadenti, la madre è gravemente malata e a un passo dalla morte, il padre è pescatore è sull’orlo del lastrico. Il signor Ichiro non impiega molto per convincere il padre di Chiyo a vendere entrambe le figlie.

Chiyo, vista la sua bellezza, viene venduta a un’okiya (una casa per geisha) mentre la sorella – più grande – viene venduta a un bordello per diventare prostituta.

Da questo momento in poi, assistiamo alla crescita di Chiyo, al suo percorso fatto di inciampi e difficoltà, alle sue fatiche per ritagliarsi un pezzo di mondo fino a diventare geisha.

Quando lo stereotipo diventa romanzo: il commento

Partiamo mettendo una cosa ben in chiaro: questo romanzo non mi è piaciuto. Adesso ti spiego perché.

Un narratore incredibile

Il primo problema è che l’autore sceglie di far parlare Chiyo, è lei stessa a raccontare la sua storia. Narratore in prima persona e onnisciente in quanto si tratta di un enorme flashback (da qui anche la ragione del titolo). Perché un problema? Perché io mi aspetto che una donna giapponese pensi come una donna giapponese, non come un uomo statunitense.

Per tutto il romanzo si ha questa sensazione di finto, di poca credibilità nel personaggio di Chiyo, ma la conferma palese arriva durante la descrizione del secondo dopoguerra. Ad un certo punto si legge:

All the stories about invading American soldiers raping and killing us had turned out to be wrong; and in fact, we gradually came to realize that the Americans on the whole were remarkably kind.

Memorie di una geisha – Arthur Golden

Fino a qualche pagina prima si parlava di sofferenza, di raid aerei, degli attacchi di Hiroshima e Nagasaki e ora gli americani sono molto gentili? Me lo immagino proprio un dialogo tra due giapponesi nel secondo dopoguerra:

  • Che ne pensi degli americani?
  • Mah, ti dirò, a parte le bombe nucleari che hanno distrutto intere famiglie, ucciso i miei cari e rovinato centinaia di persone in tutto il Giappone, sono delle gran brave persone!

E questa è solo la prima pennellata di American Washing lasciata da Arthur Golden sul suo romanzo.

N.d.R. Con American Washing intendo americanizzazione della mentalità giapponese, trasformare il Giappone in una proiezione di ciò che un occidentale stereotipo si aspetta di sentirsi dire.

Andiamo avanti.

Lo stereotipo dello stereotipo

Chiudi gli occhi, immagina lo stereotipo di una geisha: donna estremamente sensibile a cui piacciono oggetti di valore, in svariati casi una prostituta d’élite… Ecco, più o meno la stessa lista che ha fatto Golden durante la stesura di Memorie di una geisha.

Donne estremamente sensibili

Una geisha a quanto pare pensa solo per metafore e similitudini. Ne troviamo a fiumi all’interno del romanzo: ci sono talmente tante similitudini che arrivi a sviluppare una sorta di cecità per cui non le vedi più ma passi oltre. Ecco qualche esempio:

  • I felt as sore as a rock must feel when the waterfall has pounded on it all day long
  • It was like when a caterpillar turns into a butterfly
  • Felt as a simple smelt must feel when a silver salmon glides by
  • I felt as the waves of the ocean must feel when clouds have blocked the warmth of the sun
  • Like what a workman does to a field using a hoe felt the way clay must feel after the potter has scored it with a sharp stick
  • I tried to imagine I was simply a house standing in the rain with the water washing down the front of me

E l’elenco qui sopra è davvero una minima parte di ciò che si trova in più di 500 pagine di storia.

Prostitute d’élite (aka escort)

In Memorie di una geisha, la protagonista racconta della vendita della sua verginità (mizuage) attraverso una sorta di asta in cui uomini facoltosi (e un po’ pervy) facevano offerte per aggiudicarsi il diritto di deflorare la giovane apprendista geisha.

Mizuage è un termine un po’ ambiguo (non che io sia esperta di giapponese, ma si trovano molte informazioni a riguardo): da un lato indica il passaggio di una maiko (apprendista geisha) nel mondo adulto; dall’altro indica il rito della perdita della verginità delle oiran, delle prostitute di alto bordo.

Golden prende i due significati di mizuage e arriva alla conclusione geisha = escort. Ottimo lavoro, Arthur.

Per questo giochino, il signor Golden si è cuccato una bella denuncia da parte di Mineko Iwasaki, geisha che aveva fornito all’autore dettagli importanti della tradizione nipponica per poter scrivere il romanzo (e che per questo ha ricevuto persino minacce di morte).

L’autore ha corrotto l’immagine delle geisha associandole a prostitute (anche qui, seguendo lo stereotipo occidentale più becero) e ha dovuto pagare profumatamente Mineko Iwasaki per questa sua piccola distrazione (e per il fatto di non averle garantito l’anonimato come esplicitamente richiesto dalla geisha).

Un ritmo sconclusionato

Memorie di una geisha è un libro lento, lungo, che zoppica, fa fatica ad andare avanti. Per pagine e pagine non succede nulla: siamo lì davanti a quel libro che osserviamo Chiyo che salta da una teahouse all’altra con Mameha – la sua geisha mentore – oppure che piagnucola, o in alternativa che pensa alla prossima metafora da utilizzare.

Dopo 480 pagine di lenta e logorante sofferenza e poco di concluso, arriviamo alle pagine finali in cui si condensano fondamentalmente 40 anni di vita. Così. Cioè 480 pagine per raccontare 20 anni scarsi e poi super sprint finale per ritornare al presente.

Concedimi una similitudine dopo tutta questa faticaccia: leggere Memoria di una geisha è come per un italiano entrare in Little Italy a New York. Bello, ti diverti a vedere i ristoranti Da Mario, Da Gino, Da Gennaro e Pizza Bella; guardi la gente che ti parla come se fossi Super Mario Bros. e pensi “divertente questo stereotipo vivente degli italiani, ma davvero gli americani pensano che siamo così?”.

Voto: ⭐⭐ (e sono stata ancora generosa)

memorie di una geisha Arthur Golden - Wordcloud
Memorie di una geisha – Wordcloud

L’autore: Arthur Golden

Arthur Golden è uno scrittore statunitense nato a Chattanooga (Tennessee, USA) nel 1956. Si laurea ad Harvard in storia dell’arte, specializzandosi in arte giapponese, studia cinese mandarino e si guadagna un Master of Arts in storia giapponese.

Golden è noto per aver scritto Memorie di una geisha, bestseller rimasto nella classifica dei libri più venduti del New York Times per oltre due anni consecutivi e che ha venduto più di 4 milioni di copie. Da questo romanzo è stato tratto anche l’omonimo adattamento cinematografico del 2005.

Frasi e citazioni da Memorie di una geisha

We lead our lives like water flowin down a hill, going more or less in one direction until we splash into something that forces us to find a new course.


Water never waits. It changes shape and flows around things, and finds the secret paths no one else has thought about–the tiny hole through the roof or the bottom of a box.


What standards are those, really? I expect you to go through life with your eyes open! If you keep your destiny in mind, every moment in life becomes an opportunity for moving closer to it.

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Pubblicato da Giulia Castagna

Giulia, content manager e writer, lettrice dall'età dei primi dada e baba.