Quegli sconosciuti dei fratelli Grimm – Ep.4: I dodici fratelli

I dodici fratelli fa parte della raccolta delle Fiabe del focolare (Kinder- und Hausmärchen) del 1812 ed è anche il racconto protagonista del quarto episodio della rubrica “Quegli sconosciuti dei fratelli Grimm”.

Nelle puntate precedenti:

Indice

I dodici fratelli

C’era una volta un re che, al posto di stare seduto su un sofà, si è dato parecchio da fare con la moglie tanto che aveva dodici bellissimi figli maschi e un tredicesimo in arrivo. Così si sveglia una mattina e dice alla cara mogliettina: “Tesoro, se è femmina dobbiamo uccidere tutti e dodici i figli altrimenti non può avere tutta l’eredità!”.

Ragionamento che non fa una piega.

La moglie non è molto contenta, in fondo si è affezionata ai dodici ragazzi, così decide di chiamarli a sé e comunicare loro la decisione del padre. Da lì il piano geniale: “Bimbi miei belli, andate a vivere nel bosco. Alla nascita, se è femmina faccio issare una bandiera rossa e voi non vi fate mai più vedere; se è maschio, tiro fuori bandiera bianca, tornate a casa e si festeggia a tarallucci e vino. Ok?”.

I dodici fratelli, alla vista delle bare già belle pronte per ospitare i loro corpi, decidono che il bosco non è poi così male dopo tutto!

Poi arriva il fatidico giorno della nascita e – OVVIAMENTE – viene issata bandiera rossa perché c’è nel regno una bimba in più. I dodici fratelli iniziano la loro vita da fuggiaschi giurando di vendicarsi della sorella (che porella è l’unica che in tutto questo non ha colpe).

Passano gli anni, 10 per la precisione, e la bambina scopre di avere dei fratelli errabondi nel bosco: così decide di andare a cercarli per riportarli a palazzo (in tutto questo il re non si è mai chiesto nulla, mah…).

Undici fratelli sono fuori a caccia, a casa rimane solo il più piccolo – Beniamino – ed è proprio lui che vede la bambina arrivare. Quella che segue è una riproduzione più o meno fedele di ciò che segue:

  • Ciao fratello! Sono tua sorella!
  • Ciao sorella! Che bello conoscerti! Ma adesso nasconditi dietro a quel barile che con i miei fratelli abbiamo giurato di ucciderti

[Arrivano i fratelli]

  • Ohi ragazzi mi promettete che la prossima femmina che vedete non la uccidete?
  • Ok.
  • [la sorella sbuca fuori] Perfetto, perché lei è nostra sorella.

Baci e abbracci, tutti che piangono, giuramento durato 10 anni che va a ramengo in un battito di ciglia.

La sorella si unisce ai dodici fratelli nella vita dei boschi e aiuta nelle faccende domestiche (nel frattempo re e regina non si accorgono che manca qualcuno in casa?!) ma un giorno decide di cogliere dei fiori in un campo lì vicino e PUFF! Tutti i dodici fratelli si trasformano in corvi. Così, a caso.

C’è solo un modo per farli tornare umani: la ragazza non deve parlare per 7 anni. Nessun problema, la principessa si tappa la bocca.

Peccato che passi di lì un principe che, vedendo la bellezza di questa fanciulla, decide di portarsela a casa e sposarla. Però la ragazza non parla… e giustamente la neo suocera (matrigna del principe) instilla il dubbio:

  • Non è che sta zitta perché vuole ucciderti?
  • Giusta osservazione, madre! Mandiamola al rogo!

E così viene condannata ad essere arsa viva. Nel momento in cui appiccano le fiamme, scadono i sette anni. Uno stormo di corvi piomba sulla pira per spegnere il fuoco e si trasforma nei dodici fratelli.

La principessa spiega tutta la sua vicenda e, giustamente, il principe decide di condannare a morte la matrigna con una pena tutto sommato leggera:

La cattiva matrigna fu portata a giudizio e messa in una botte piena d’olio bollente e serpenti velenosi e morì d’una terribile morte.

I dodici fratelli – Fratelli Grimm

Che poi, come avranno fatto i serpenti velenosi a sopravvivere nell’olio bollente?

Va be’, vissero comunque tutti felici e contenti.

Tranne la matrigna, s’intende.

Qui puoi trovare il testo completo.

Il commento e lo schema di Propp

I dodici fratelli è un racconto un po’ strano. Sembra un patchwork con tanti cliché delle fiabe messi insieme: i re cattivo, la magia, il giuramento, la matrigna… Io me li immagino i fratelli Grimm che discutono sulla costruzione della storia del tipo: Ma che dici, meglio mettere la matrigna cattiva, o una magia? Oppure un giuramento? .

Vediamo le funzioni di Propp presenti all’interno di questa storia:

  • L’antagonista: sicuramente la matrigna, anche se entra dopo la metà del racconto;
  • Il mandante: in questo caso potrebbe essere il re, anche se non manda via l’eroe ma i dodici fratelli;
  • L’aiutante: nel racconto compare una vecchina che svela alla principessa il modo per salvare i suoi fratelli e farli ritornare in forma umana;
  • Il premio: il principe, ovviamente!
  • L’eroe: la sorella minore.

I dodici fratelli è un piccolo esempio di quel lato dark che i fratelli Grimm hanno sempre inserito all’interno delle loro fiabe (tutti sanno, ad esempio, che Biancaneve è molto più cruenta di come ce l’ha fatta sognare la Disney). Scenari e immagini violente come la morte della matrigna, del resto, sono perfette per dei racconti per bambini. Anche Maria Montessori nel suo metodo spiega “traumatizzate i bambini, serve per creare adulti più forti” (N.d.R. ironia).

All’interno di questo racconto, possiamo cogliere una matrice di stampo biblico: la storia delle tribù di Israele.

I Grimm e la storia di Giacobbe

Nella fiaba abbiamo dodici fratelli – esattamente come i dodici figli del patriarca Giacobbe – e il più piccolo si chiama Beniamino (come raccontato nell’Antico Testamento). I riferimenti alla Bibbia dunque si sprecano.

La storia di Giacobbe mi ha sempre divertita/affascinata. In pratica Giacobbe è secondo figlio di Isacco (sì, quello che stava per lasciarci le penne per colpa di Abramo). Il suo nome significa il soppiantatore e nasce attaccato al calcagno del gemello Esaù. Fin dalla nascita, il suo destino è quello di prendere il posto del primogenito e daje e daje che si cucca la benedizione del padre Isacco. Come? Con l’inganno

Il povero vecchio Isacco è cieco e riconosce i figli al tatto: Esaù è peloso, Giacobbe no. Così Giacobbe, per ingannare il padre e beccarsi la benedizione del primogenito, si mette una pelle di pecora sulla schiena. E boom! Il gioco è fatto.

Il povero Esaù arriva dal padre troppo tardi quando ormai la benedizione del primogenito era già stata data. Ci vorranno anni e anni per ricucire questa ferita.

Giacobbe dà alla luce dodici figli – proprio come i dodici fratelli della fiaba dei fratelli Grimm – il più piccolo dei quali si chiama Beniamino (il cocco di papà).

In punto di morte, non commette più lo stesso errore del padre Isacco: nessuna benedizione esclusiva per la primogenitura, tutti i fratelli avranno un pari trattamento e ognuno di loro riceverà parte della benedizione.

Dai figli di Giacobbe nasceranno le dodici tribù di Israele.

Ad ogni episodio mi stupisco sempre di più della profondità culturale presente all’interno delle fiabe dei Grimm. Trovo siano un concentrato di secoli di storia e tradizioni nascosti dietro a piccoli dettagli che il lettore dovrà cogliere pagina dopo pagina.

Cólto in Castagna: la mia copertina

Per la copertina sono andata a rivisitare un grande classico: il castello della Disney con le bandiere rosse esposte per segnalare la nascita di una femmina e il pericolo per la vita dei dodici fratelli.

Mi sembrava un bel modo per collegare il mondo dei bambini a quello degli adulti: un simbolo dell’infanzia con bandiere rosso sangue simbolo di morte. Che poi, a pensarci bene, è ciò che hanno fatto i fratelli Grimm nelle loro fiabe del focolare!

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Pubblicato da Giulia Castagna

Giulia, content manager e writer, lettrice dall'età dei primi dada e baba.