La vegetariana di Han Kang: storia di un libro strano

la vegetariana - Han Kang recensione

Ho fatto un sogno: l’aveva detto due volte. L’immagine del suo viso balenò al di là del finestrino, nella galleria buia. Era la sua faccia, ma mi era estranea, come se la vedessi per la prima volta.
La vegetariana – Han Kang

La vegetariana è un romanzo breve di Han Kang, scrittrice coreana contemporanea. Viene pubblicato per la prima volta nel 2007, lo leggiamo grazie all’edizione Adelphi del 2016 nella traduzione di Milena Zemira Ciccimarra.

Indice

La vegetariana: la trama

La vegetariana è un libro composto da tre macro capitoli:

  1. La vegetariana
  2. La macchia mongolica
  3. Fiamme verdi.

La storia inizia con una coppia di coniugi che vive una vita ordinaria fino a quando, una notte, la moglie Yeong-hye fa un incubo cruento e angoscioso: si ritrova in una foresta buia circondata da carne insanguinata e senza via d’uscita. Viso e mani imbrattate di sangue segnano per sempre la sua esistenza al punto che decide dalla notte al giorno di diventare vegetariana.

La prima parte del romanzo – La vegetariana, appunto – è incentrata su Yeong-hye, sul rapporto con il marito, la società e la sua famiglia; sulla sua lotta nel rifiuto categorico di mangiare carne di qualsiasi tipo.

La macchia mongolica, sposta il focus dell’azione sul cognato di Yeong-hye: un artista che ritrova ispirazione e creatività nella cognata a partire da un piccolo dettaglio, ovvero la presenza di una macchia mongolica sul corpo della donna. Da lì fantasie oniriche tra la natura e la sessualità prendono il sopravvento sull’uomo il quale trasporta il tutto su tela.

Fiamme verdi, terzo capitolo de La vegetariana, sposta il centro della narrazione sul rapporto tra In-hye e Yeong-hye – ovvero le due sorelle – in un momento assolutamente delicato e cruciale per la vita di Yeong-hye.

[Pat pat a me per aver evitato gli spoiler in questa trama.]

Una psicosi contagiosa: il commento

Questo è il mio primissimo approccio alla letteratura coreana: sono entrata in questo mondo a scatola chiusa, un po’ a caso, un po’ per gioco. Non so nulla per quanto riguarda la storia, lo stile, la tradizione e mi sembrava utile inserirlo come premessa per onestà intellettuale.

Se proprio dovessi partire da un paragone, ho trovato una certa somiglianza di atmosfere tra La vegetariana e Kafka sulla spiaggia. Questo secondo me accade perché ci troviamo di fronte a una storia sospesa a metà tra la realtà e il sogno e in cui questi due mondi sono in stretto dialogo tra di loro. Basti pensare che l’intera vicenda scaturisce da un sogno.

La storia è intrisa di abuso e disturbo da qualsiasi punto di vista: alimentare, sessuale, relazionale… Ciò che inizia come vegetarianesimo si riversa lentamente su uno stato di anoressia, un rifiuto totale di assunzione di cibo di qualsiasi tipo. Questo perché Yeong-hye scivola lentamente verso uno stato vegetale in cui pensa di poter vivere solo grazie alla luce del sole.

Come se la protagonista non riuscisse a trovare la felicità nel mondo degli uomini e cercasse rifugio in quello delle piante, insomma.

C’è da dire che la povera Yeong-hye non ha mai avuto una vita serena. Lo capiamo fin dalle prime righe in apertura del romanzo in cui sentiamo dalla voce di Mr. Cheong (il marito) quanto segue:

Prima che mia moglie diventasse vegetariana, l’avevo sempre considerata del tutto insignificante. Per essere franco, la prima volta che la vidi non mi piacque nemmeno. […] Tuttavia, pur non avendo attrattive speciali, non presentava nemmeno particolari difetti, e quindi non ci fu ragione di non sposarci.

La vegetariana – Han Kang

Anche il rapporto con la famiglia – in particolare con il padre – è particolarmente drammatico e con tratti decisamente violenti.

Ma perché tutto questo astio nei confronti di una donna che, in fondo, ha solo deciso di non mangiare più carne? Perché queste continue forzature da parte della famiglia che cerca di convincerla a tornare onnivora? Un’utente di GoodReads – Lexie – mi ha aiutata a sciogliere questo nodo. Il cibo nella cultura coreana è condivisione: rifiutare un pasto è come rifiutare un legame, un’offerta di amicizia. Se non mangi come gli altri non puoi essere CON (e come) gli altri.

E qui si spiega l’allontanamento dall’essenza umana di cui parlavamo sopra per rifugiarsi nel mondo vegetale.

Mi viene da pensare che se Yeong-hye avesse trovato una mano amica in tutto questo calvario, probabilmente la situazione sarebbe migliorata e non sprofondata verso l’abisso.

La vegetariana è un libro che parte a razzo, quando l’ho iniziato ho proprio pensato: se va avanti così, 2 ore e l’ho finito. Poi sono arrivata a La macchia mongolica e la mia lettura è rallentata; poi sono arrivata a Fiamme verdi e non ne potevo più. Il ritmo subisce una progressiva frenata lungo il corso del libro: gli scenari si fanno più crudi, le immagini più forti, la violenza si innalza, il sogno prende il sopravvento.

Come quando nei film si vedono quelle scene di battaglia super caotiche, super cruente… ma sono al rallentatore, con i suoni anche un po’ ovattati come se fossi in un bagno.

La vegetariana è un romanzo strano. Sinceramente non saprei come altro definirlo. È molto di più che il racconto di una persona che cambia regime alimentare per etica, è il racconto di una metamorfosi da essere umano a vegetale; è la narrazione di una psicosi che parte dalla protagonista e coinvolge tutti coloro che le stanno attorno; è una storia di abusi, violenze, sofferenza.

Voto: ⭐⭐⭐

Han Kang: l’autrice

Han Kang è una scrittrice sudcoreana figlia d’arte. Nasce a Gwangju (Corea del Sud) nel 1970 dallo scrittore Han Seung-won.

Si laurea all’Università Yonsei di Seul e inizia subito la sua produzione letteraria pubblicando una raccolta di poesie nel 1993. Il successo globale, però, arriva con La vegetariana: romanzo grazie al quale vince il il Man Booker International Prize.

Molto interessante la sua partecipazione al progetto Biblioteca del futuro. In che cosa consiste? In pratica, dal 2014, ogni anno viene proposta un’opera inedita da aggiungere a questa biblioteca che rimarrà sigillata fino al 2114: anno in cui verranno stampati tutti i libri contenuti sulla carta prodotta da un bosco di mille abeti rossi piantati nel 2014.

Nel 2018, Han Kang ha presentato per il progetto Biblioteca del futuro uno scritto dal titolo Dear Son, My Beloved. Han Kang ha avvolto il manoscritto in un panno bianco, colore della tradizione coreana che accompagna i riti di nascita e morte.

L’ultimo romanzo pubblicato attualmente è Atti umani (2016).

Cólto in Castagna: la mia copertina

L’ispirazione per la copertina mi è arrivata dal libro stesso. Lascio di seguito il passaggio del primo sogno di Yeong-hye. Non ci sono spoiler, si trova già nelle primissime pagine.

I miei vestiti sono ancora bagnati di sangue. Nasconditi, nasconditi dietro agli alberi. Accovàcciati, non farti vedere da nessuno. Le mie mani insanguinate. La mia bocca insanguinata. Che cosa ho fatto in quel granaio? Mi sono ficcata in bocca quella massa cruda e rossa, l’ho sentita premere contro le gengive e il palato, molle e scivolosa di sangue cremisi.

La vegetariana – Han Kang

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Pubblicato da Giulia Castagna

Giulia, content manager e writer, lettrice dall'età dei primi dada e baba.