Le sette morti di Evelyn Hardcastle: un giallo fuori dagli schemi

le sette morti di Evelyn Hardcastle di Stuart Turton

“Se ha il potere di liberarmi, perché non lo fa e basta, accidenti a lei?” esclamo. “Perché perdere tempo con questi giochetti?”.
“Perché l’eternità è noiosa” risponde lui. “O forse perché ciò che conta è giocare. Lascerò a lei il compito di rifletterci sopra. Ma non indugi troppo a lungo, signor Davies”.

Le sette morti di Evelyn Hardcastle

Le sette morti di Evelyn Hardcastle (titolo originale: The Seven Deaths of Evelyn Hardcastle oppure The 7 1/2 Deaths of Evelyn Hardcastle negli USA) è un romanzo giallo di Stuart Turton del 2018. Lo leggiamo nella traduzione di Federica Oddera del 2019 per Neri Pozzi edizioni.

Indice

Le sette morti di Evelyn Hardcastle: la trama

Blackheath House è una decadente villa di campagna in cui vivono i signori Hardcastle. Una casa la cui storia è destinata al sangue prima con la morte di Thomas Hardcastle e, 19 anni dopo, con la morte di Evelyn Hardcastle.

La particolarità? Entrambi omicidi.

Questa volta, però, a differenza di 19 anni prima c’è qualcuno realmente intenzionato a non lasciare il vero colpevole impunito. Qualcuno che deve scoprire l’assassino di Emily per riavere in cambio qualcosa di molto prezioso.

Evelyn morirà sette volte, un uomo si risveglierà ogni giorno nel corpo di un ospite diverso per 8 notti di fila: avrà solo questo tempo per risolvere il mistero e per ritrovare la propria reale identità, poi dovrà ricominciare da zero.

Accanto a lui, altre persone in combutta per risolvere lo stesso omicidio. Persone disposte a tutto pur di ricevere il tanto ambito premio in palio…

Una storia che (non) si ripete: la recensione

Un attacco in medias res

Le sette morti di Evelyn Hardcastle è un romanzo decisamente immersivo. Partiamo con un narratore omodiegetico (cioè interno alla storia) che narra in prima persona e in corso di svolgimento dell’azione. L’attacco del primo capitolo avviene in medias res: ci troviamo davanti a un personaggio sconosciuto che grida “ANNA!” nel bel mezzo di un bosco di notte.

Raramente ho trovato un incipit in grado di catturare così tanto l’attenzione del lettore.

Da quel momento si entra in un loop costante in cui continui a chiederti “e adesso cosa succede?, e adesso dove va a parare?”. Ne vuoi sapere sempre di più, vuoi (anzi, devi) andare avanti nella lettura perché la curiosità non ti concede tregua. Si tratta di un romanzo nato per farti stare con il fiato sospeso, e in questo l’autore è stato bravissimo, c’è poco da girarci in giro.

Una marea di personaggi

Come anticipato dalla quarta di copertina, il lettore è certo di dover affrontare almeno nove personaggi (8 incarnazioni più Evelyn), che già è un bel gruppetto.

Quando apriamo il libro, in realtà, ci rendiamo conto dalla prima pagina che i personaggi saranno molti di più: 25, per la cronaca (contati dalla sottoscritta, quindi potrebbero esserci degli errori). Grazie al cielo abbiamo uno specchietto introduttivo (una specie di invito al ballo in maschera degli Hardcastle) con tutti i nomi e i rispettivi ruoli.

È stato fondamentale durante la lettura e sono tornata su quella pagina non so quante volte.

La presenza di così tanti personaggi è stato un po’ uno scoglio in fase di lettura, soprattutto nella prima meta. Non c’era nome che non mi facesse scattare la domanda “No aspetta, ma questo chi era?”. Mettiamoci anche che ho la memoria da pesce rosso e scambiare il medico di famiglia con il maggiordomo è un attimo.

Un finale un po’ affrettato

Trovo l’idea dietro alle pagine di questo romanzo assolutamente brillante. Vedere un omicidio dagli occhi dei potenziali assassini è una prospettiva diversa da quello a cui siamo stati abituati, ovvero la classica narrativa con l’ispettore in prima persona che indaga la scena del crimine.

Nonostante il ritmo serrato per tutta la durata del romanzo, ho trovato il finale del romanzo un po’ affrettato e anche un po’ cliché nelle dinamiche. Insomma, dopo aver alzato l’asticella per tutta la narrazione si cade un po’ nel trito e ritrito.

Le sette morti di Evelyn Hardcastle: in conclusione

Le sette morti di Evelyn Hardcastle è una storia che non si ripete: nonostante la prospettiva di rivivere più volte la stessa giornata, il lettore riesce sempre a stupirsi.

La narrazione incalzante ti fa restare incollato alle pagine, vuoi sapere come va a finire, dove vuole andare a parare l’autore. Non c’è sosta. Non c’è pace fino a che non riesci a ricollegare tutti i fili pendenti della trama.

Per quanto mi riguarda, è stato difficile tenere traccia di tutte le persone che si avvicendano a Blacksmith e immagino questo possa essere un problema per molti altri lettori.

Il finale è un po’ scontato, di livello più basso se paragonato all’inventiva e all’idea del libro in generale.

Voto: ⭐⭐⭐1/2 – 5

L’autore: Stuart Turton

Stuart Turton è uno scrittore e giornalista britannico classe 1980.

Dalla laurea in filosofia ottenuta all’Università di Liverpool, di strada ne ha fatta tanta. Letteralmente! Shanghai, Londra, Dubai sono solo alcune delle mete del suo peregrinare come giornalista e insegnante.

Il successo arriva con la stesura di Le sette morti di Evelyn Hardcastle nel 2018, romanzo tradotto in ben 28 lingue e definito dal Guardian come un libro semplicemente brutto (letteralmente, “just awful”).

Il suo primo romanzo ha conquistato premi su premi tra cui:

  • First Novel Award – Costa Book Awards (2018)
  • Best Novel – Books Are My Bag Readers’ Awards (2018)

In seguito al successo del primo romanzo, Turton pubblica Il diavolo e l’acqua scura (titolo originale: The Devil and the Dark Water) nel 2020.

I diritti di Le sette morti di Evelyn Hardcastle sono stati acquisiti da Netflix per la realizzazione di una serie tv (un po’ come è andata con HBO e Circe di Madeline Miller).

A novembre 2020, l’autore ha firmato un contratto con Bloomsbury per la stesura di altri due romanzi gialli. Quindi a presto sui vostri schermi per nuovi titoli!

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Pubblicato da Giulia Castagna

Giulia, content manager e writer, lettrice dall'età dei primi dada e baba.